Da Madrid al cuore dell’Italia gastronomica. Ramen Shifu, marchio di ramen giapponese fondato da Jay Lin, ha annunciato un ambizioso piano di sviluppo nazionale: entro il 2026 punta ad avere 35 ristoranti in Italia, per la maggior parte in franchising.
Il piano di espansione italiano è parte integrante di una strategia più ampia di consolidamento europeo: Ramen Shifu è presente non solo in Italia, ma anche in Spagna, Portogallo e Lussemburgo, con circa 70 punti vendita complessivi.
In Italia il brand è sbarcato nel 2020 a Milano, e da allora ha aperto locali anche a Bologna, Rimini, Roma e Mogliano Veneto.
Secondo l’imprenditore Jay Lin, entro fine 2025 sono previste 22 aperture complessive, per poi arrivare a 35 entro il 2026.
Questa crescita si basa su un modello ibrido: alcuni locali sono gestiti direttamente, mentre molti altri sono aperti in franchising.
Un punto di forza del progetto è la catena di fornitura centralizzata. Le materie prime (ingredienti per il ramen) arrivano da Madrid, garantendo autenticità e coerenza di ricetta. Tuttavia, il brodo viene preparato fresco in ciascuna sede italiana secondo le linee guida del brand.
Sul fronte risorse umane, Ramen Shifu richiede un training obbligatorio di almeno due settimane per il personale, che avviene nelle sedi di Milano o Roma. Al momento dell’apertura, c’è supporto operativo anche in cucina per stabilizzare l’avvio.
Inoltre, il brand ha sviluppato un sistema digitale proprio (ordinazioni + automazione cucina), che permette anche a chi non ha competenze tecniche specifiche di lavorare efficacemente.
Dal punto di vista del marketing, Ramen Shifu punta su elementi distintivi: come l’esposizione di action figure manga grazie collaborazioni con realtà esterne. Questo tipo di esperienza immersiva rafforza la connessione con la cultura giapponese pop e attira appassionati di anime e cultura orientale.
Il menu del franchising Ramen Shifu bilancia tradizione e innovazione. Il ramen – composto dalle tipiche tagliatelle e da brodo ricco – viene proposto in vari stili: tonkotsu (Hakata), shoyu (Tokyo), miso (Sapporo), nonché versioni “spicy” e opzioni vegane.
L’ambiente richiama una piazza giapponese, con lanterne, tettoie, alberi di ciliegio, neon e dettagli scenografici che trasformano la cena in un’esperienza visiva oltre che gustativa.
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