Francesco Basile, il giovane re dell’“All-in-one”

Dall’Italia alla Cina e ritorno, con un bagaglio fitto di idee fintech da mettere in pratica. Un bar in crisi rilevato e trasformato in “laboratorio vivente” per testare la sua tecnologia, al quale ne hanno fatto seguito altri a Milano.
Questo è il quadro d’azione, o meglio di partenza, da cui il giovane Francesco Basile (Classe 1995) ha spiccato il volo con la sua fintech Qromo, il sistema operativo per i pagamenti digitali e la gestione completa delle attività commerciali.
Idee, dicevamo: queste hanno portato Francesco e il suo staff a entrare nella classifica 2025 Under30 di Forbes, e di collaborare con Apple per il lancio del Tap to Pay su iPhone in Italia, stringendo anche partnership con realtà come Mastercard, Reggia di Venaria, Base Milano, Juventus Stadium e Joe Bastianich, solo per citarne alcuni.

Una strada che lo sta conducendo lontano: camminiamo un po’ con lui per capire meglio di cosa si tratta.

D: Francesco, possiamo dire che sei stato folgorato “sulla via della Cina” dove hai iniziato a rendere un lavoro la tua passione per il tech. Raccontaci come hai messo le basi al tuo successo.

R: «Diciamo che il mio interesse per il tech nasce quando avevo 12 anni. Ero un ragazzino appassionato di accessori per smartphone e, piano piano, ho iniziato ad acquistare diverso materiale.
Dopo il liceo scientifico ho aperto un’attività di ricerca e sviluppo su prodotti di elettronica di consumo da poter regalare. Le mie idee sono piaciute a grandi marchi: ad esempio ho inventato lo speaker bluetooth a forma di barattolo di Nutella nel 2016, che, l’anno successivo, ha ottenuto il premio come miglior prodotto loyalty.
A 21 anni effettivamente mi reco in Cina dove ho lavorato per circa due anni e mezzo, e qui ho avuto modo di utilizzare i loro metodi di pagamento e Wechat, una “super app” che integra diverse altre app in un’unica piattaforma, strumento indispensabile per la vita quotidiana dei cinesi.
“Integrare in un’unica piattaforma”: questa doveva essere la chiave del mio progetto, ed ho iniziato a capire come fare per aiutare attività come bar, ristoranti e negozi. Basti pensare che in Cina tramite QR Code parte l’ordine al ristorante che viene evaso in due minuti e portato al tavolo dai pochi camerieri presenti in questi grandi centri».

D: Il ritorno in Italia, il bar rilevato, il via al tuo progetto. Qual è stato lo sviluppo?

R: «Al mio ritorno in Italia, nel 2020, ho cercato di sviluppare la mia idea per una nuova esperienza d’acquisto fondando la start-up Qromo. Dopo un tentativo in circa trenta ristoranti ho capito che la prima versione del mio sistema doveva “diventare grande”. Così ho rilevato il bar, ed ho iniziato a lavorarci personalmente, per testare il mio strumento, sulla falsa riga di ciò che ho vissuto in Cina.
Ebbene, il bar, dopo pochi mesi, ha ottenuto risultati molto importanti e, ancora oggi, viene apprezzato per come vengono gestiti il tempo di attesa, l’ordinazione e la permanenza del cliente nel locale».

D: Il tuo modello di business in sintesi che valore aggiunto dona?

R: «Lavorando nel bar ho capito quanto fosse frammentato il settore Food&Beverage e quello del Retail a livello di gestione dei software. In base all’esperienza in Cina, io ho voluto sviluppare una tecnologia fruibile in modalità “Self-service” che si basa su un gestionale unico, per cui non è necessario avere un software per ogni aspetto del proprio lavoro (sito internet, menù digitale, pagamenti al tavolo, prenotazioni, marketing con agenzia).
L’idea è semplice ma ha un grande valore aggiunto: utilizzare una piattafoma “all-in-one” in un unico software in modalità “self-service” e “SELF KYC”. Risparmio di tempo, velocità nella gestione dei pagamenti e maggiori incassi.
Il mio intento è quello di … (continua)

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